La fede non può rassegnarsi alla fatalità della vita, ma ci sprona a impegnarci per dare ad ogni uomo la dignità della speranza. Mettiamoci accanto agli ultimi della terra e diamo loro la coscienza  che sperare é un dovere ed é un diritto.

Questo ci gridano i morti nel Nostro Mare.

Tutto passa solo Dio resta.

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Nel vangelo di domenica scorsa disputa molto accesa tra Gesù ed i scribi ed i farisei: puro o impuro ? Le purificazioni rituali erano un precetto gravissimo per l'autorità religiosa, ma Gesù non le osservava, perché precetti inventati dagli uomini. Impurità : é quella che esce dal cuore... Nel vangelo di oggi di Gesù è di ritorno dalla terra pagana, nella regione di Tiro: sembra che Gesù sia piuttosto restio a tornare tra il suo popolo, che voglia rimanere tra i pagani, dove le persone sono ritenute immonde, nella Decapoli vuole portare la parola di vita, che rende possibile una vita "pura".

Qui incontra un sordomuto, attraverso il segno prodigioso impariamo a capire cosa accade quando si incontra Cristo, Lui ci guarisce da tutti le nostre malattie, da tutto quello che limita la nostra vita.

L’uomo malato rappresenta l'umanità che Gesù incontra, un’umanità che é sempre malata, fa capire anche a noi come curare questa società: basta accettare di essere "toccati" dal vangelo.

La malattia é la sordità, l'uomo che incontra é sordo, raffigura il popolo che è sordo alla parola dei profeti, alla Parola di Dio. Rappresenta forse anche noi in tante occasioni della nostra vita… Una persona sorda ci vede, può andare in giro da sola ma forse tende ad adeguarsi a quello che vede intorno a se, si lascia guidare da quello che fanno tutti... le pulsioni che ci abitano.

E' sordo, ma balbetta qualcosa, parole incomprensibili, disarticolate, balbuzie. Raffigura la società di allora e di oggi, intorno a noi, a volte dice anche qualcosa di bello, ma é un balbettio, non si comprende. Si cerca di rispondere alle vere domande della vita, al senso del nostro esistere, ma è solo con l'incontro con Cristo che ci fa intravedere la luce, l'uomo smette di balbettare, siamo in grado di scegliere tra il bene ed il male, tra la luce e la tenebra. Di fronte alle scelte morali, si sa cosa fare.

Il vangelo ci racconta che il sordo non va da solo da Gesù, é stato accompagnato; poteva andare da solo, vedeva la strada, ma invece é annotato che é accompagnato. Le persone "malate" devono essere accompagnate da Gesù, non ci vanno da sole. E' l'immagine di chi é lontano da Cristo, a volte non si rendono neanche conto che la loro condizione non é pienamente umana. Ma chi ama questi fratelli, va incontro a loro. L'amore fa accompagnare le persone da Gesù, perché si vuole la loro felicità: ecco gli angeli che accompagnano a Cristo.

“…lo pregarono di imporgli la mano”. Gli “angeli” che accompagnano devono sempre pregare, perché la preghiera ti mantiene in contatto con il Signore. Senza pregare si rovina tutto, ci si arrabbia se non si ottengono risultati. Prima di aiutare chiunque occorre pregare, sintonizzare le nostre scelte sulla lunghezza d’onda di Gesù.

Prima di operare la guarigione Gesù fa una serie di gesti.

Il primo gesto: Gesù porta il malato lontano dalla folla. L'uomo é nato e vissuto in ambiente pagano, non ha mai sentito altro di diverso. Non ha potuto ascoltare altre proposte di vita. Lontano dalla folla, lontano dal modo di pensare di tutti si ha la possibilità di ascoltare Gesù.

Il secondo gesto: pone le dita dentro le orecchie del malato. Nella Bibbia si parla spesso del dito di Dio; anche Gesù utilizza questa espressione: se scaccio i demoni con il dito di Dio significa che il regno di Dio è arrivato…

Il terzo gesto: con la saliva gli tocca la lingua. La saliva era considerata la materializzazione del respiro, il modo di comunicare lo spirito. La lingua “toccata” parla un linguaggio nuovo, non quello suggerito dai demoni del pettegolezzo, dell'arroganza, della maldicenza. Chi é stato toccato dallo Spirito pronuncia solo parole di amore.

Il quarto gesto: solleva lo sguardo verso il cielo. E’ il gesto ultimo di ogni preghiera, ogni forza di vita viene dal Padre, ecco il vero potere del Padre.

Poi Gesù pronuncia una parola aramaica :  Effatà, significa sii aperto. Si rivolge a tutti noi: sii aperto al vangelo, alla mia Parola, non rimanere chiuso in te stesso, nel tuo piccolo mondo, nelle solite azioni, nel "si é fatto sempre così".

APRITI ! Ascolta il messaggio nuovo !

APRITI ! Interrogati anche sul perché del nostro essere al mondo, qual é il fine ultimo di tutto l’universo.

APRITI al mondo di Dio, prendi coscienza del tuo bisogno di Dio.

APRITI alla riconciliazione con te stesso e con il tuo fratello.

APRITI …

Marco annota che SUBITO si é sciolta la lingua, le orecchie si sono aperte, il sordomuto non balbetta più, parla sempre secondo verità; tutti i sordomuti di allora, di sempre possono finalmente parlare…

Gesù chiede di non dire nulla a nessuno della guarigione, non vuole essere preso come un guaritore, vuole che capiamo il messaggio, il significato vero e profondo del segno compiuto.

Ha fatto bene ogni cosa: un eco potente delle parole della Genesi “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. Ecco la nuova creazione, Gesù ha fatto tutto bene, ha fatto nascere il mondo nuovo libero da tutte le infermità.

Revisione di vita

  • Anche noi siamo "sordi" ? Ci adeguiamo a quello che fanno tutti ? Ragioniamo come fanno tutti gli altri? Fanno tutti così... se si diventa sordi alla parola del vangelo.
  • Lasciarsi “portare lontano”, avere la forza di trovare momenti nella nostra vita: via dai social, dagli imbonitori, da frequentare gruppi dove si parla solo di banalità. Portare con noi “lontano” tutti i fratelli che ne hanno bisogno…
  • APRITI: trovare la forza, il coraggio, l’umiltà di aprirsi veramente alla novità portata da Gesù. Nella nostra vita di quale apertura abbiamo più bisogno ?