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 primi e ultimi

La paga di un denaro anche a quelli che hanno lavorato solo un ora, lo scandalo del vangelo di oggi...

La parabola racconta di un padrone (Dio...) che ha una esigenza fortissima di trovare lavoratori (tutti noi...) per la sua vigna (il popolo di Israele, noi popolo di cristiani..)

Deve essere tempo di vendemmia, tempo di gioia, di pienezza, di raccolta dei frutti, perché il padrone non si da pace: inizia ad uscire per trovare lavoratori al mattino presto (trova i primi), ma non si accontenta, esce ogni tre ore, durante tutta al giornata, fino alle cinque (gli ultimi).

Non si rassegna mai, ha fretta, magari c'é il rischio della pioggia, cerca di trovare sempre lavoratori, la vendemmia deve essere portata a termine, l'uva pigiata diventerà vino (il momento della gioia, della festa, della convivialità...), tutti possono collaborare, nessuno deve rimanere ozioso.

Il primo messaggio forte e chiaro. Non c'é un tempo privilegiato: la gioventù, la maturità, la vecchiaia, non c'é nessuna epoca della nostra vita in cui Dio non chiama ad una pienezza, a costruire il regno, ad entrare nella festa... Nessuno si deve sentire escluso, mai.

L'importante é non rimanere a fare niente in piazza... A tutte le ore si é chiamati alla vera umanità, per essere figli di Dio non c'é età.

Finisce la giornata, é il momento della paga. Il padrone chiama per primi chi ha lavorato solo un ora (gli ultimi): ricevono un denaro, equivalente per vivere una famiglia per una giornata. E' una sorpresa ! Crea un'attesa incredibile in quelli che hanno lavorato di più: chissà cosa riceveremo noi che abbiamo lavorato dodici ore...

E invece anche loro ricevono un denaro, sono scontenti, iniziano a mormorare, quanto é ingiusto questo padrone !

Forse siamo un po' solidali con questi lavoratori, i primi, magari rappresentano chi si è impegnato in parrocchia, nei gruppi, nelle associazioni, nel volontariato, nella propria vita personale già dai primi anni, ha ricevuto dai genitori tanti insegnamenti e ha cercato di metterli in pratica, i "bravi" insomma... Forse ci viene da pensare: siamo stati dei fessi, ci saremmo potuti divertire come tanti altri... Noi vogliamo di più!

Ma qui ci dobbiamo chiedere: che cosa rappresenta la paga di un denaro ?

Rappresenta la vita piena, il centuplo, il dono della vita dell'eterno, già qui, adesso. La retribuzione che Dio ci dà é se stesso, l'essenza della sua vita: la gratuità.

Confessiamo che noi dobbiamo fare una conversione totale: dalla spiritualità dei meriti (tutto é oggetto di scambio: io ti do tu mi dai ...) alla spiritualità della gratuità dove tutto é dono, misericordia.

Allora il padrone non poteva dare meno di un denaro agli ultimi, é il minimo che serve per vivere, per entrare nella sua vita...

Allora la paga (il denaro...) é l'essere con Lui, la retribuzione é Dio stesso...

Allora é una fortuna poter vivere nella gratuità fin dai primi anni della vita, l'amore gratuito é la nostra vera natura, vivere così é la strada della felicità. Così si capisce veramente il valore della paga, del denaro ricevuto.

Finisce male per i primi che sono chiusi nel loro egoismo ? Forse c'é circolarità nella fine della parabola: "Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".

I primi capiranno la logica della gratuità solo quando saranno ultimi...

Revisione di vita

  • Ci é capitato, ci capita di fermarci in piazza a "fare niente", a rimanere oziosi, a non rispondere alla chiamata del padrone ? Come possiamo rimetterci in moto, in discussione ?
  • Sono in un periodo di "mugugno" , di mormorare perché non sono contento di quello che faccio, di quelli che sono accanto a me (in famiglia, nel volontariato, nei gruppi parrocchiali, nel ....), delle loro modo di comportarsi ? Come passare dalla contabilità dei meriti alla libertà della gratuità ?
  • Ci possono essere più chiamate del padrone in tanti momenti diversi della vita ? Oggi cosa mi chiede ?